Come organizzare efficacemente gruppi di lavoro?
Sei un formatore, un insegnante o un coordinatore e trovi spesso complicato organizzare gruppi di lavoro?
Ti proponiamo una tecnica per organizzare grandi gruppi in piccoli focus group, utile per portare a termine progetti scolastici o universitari, project work o per l’organizzazione di eventi.
Leggi e scoprila subito.
Se sei un formatore, un insegnante o coordinatore ti sarà sicuramente capitato di dover organizzare dei gruppi di lavoro per portare a termine lo svolgimento di un’attività.
Solitamente, a ciascun gruppo vengono assegnati un obiettivo specifico e dei compiti da svolgere in un tempo ben determinato, ma soprattutto vengono assegnati dei componenti. Ed è proprio su quest’ultimo punto che talvolta si riscontrano delle difficoltà: il passo più complicato sta proprio nella scelta dei singoli membri che comporranno ciascuna “squadra” al fine di cooperare efficientemente.
È normale trovare degli ostacoli in questa fase dal momento che quando le persone devono unirsi per collaborare nello svolgimento di un’attività assegnata, entrano in gioco molteplici variabili inerenti non solo le competenze individuale, ma anche e soprattutto quelle relative alle dinamiche della comunicazione e dell’interazione interpersonale.
Per questo motivo oggi vogliamo suggerirti una precisa tecnica da eseguire quando ti trovi a dover suddividere un gruppo di persone in “squadre” più piccole. Ecco di cosa stiamo parlando:
Per organizzare gruppi di lavoro di piccole dimensioni che siano in grado di cooperare è necessario che la formazione sia completamente trasparente: tutti devono essere liberi di scegliere il proprio gruppo di appartenenza e tutti devono sapere chi vuole cooperare con chi.
Pertanto il primo passo da compiere consiste nel selezionare dei volontari, tanti quanti i gruppi da creare. Essi costituiranno il punto di partenza, i capogruppo, i quali si porranno in cerchio al centro della stanza e ciascuno inviterà un altro membro ad unirsi a sé per collaborare esprimendo la motivazione della scelta. La persona selezionata può rifiutare l’invito e quando ciò avviene il volontario può effettuare una nuova scelta.
Ora ogni gruppo è costituito da due membri e la persona scelta dal volontario dovrà scegliere il prossimo collaboratore esprimendo le proprie motivazioni. Se il capogruppo è d’accordo con la scelta, e la persona prescelta accetta, si andrà avanti in questo modo finché le squadre non saranno formate.
Può accadere che gli ultimi partecipanti scelti non vivano serenamente l’intero processo così può essere consigliabile far sì che essi scelgano il gruppo di appartenenza.
C’è una regola fondamentale da rispettare durante l’intero processo di formazione: ciascuno deve esprimere liberamente le motivazioni che muovono le proprie scelte, parlare in modo che tutti possano ascoltare e comprendere gli avvenimenti.
Una volta terminata l’attività poni ai membri dei gruppi appena formati le seguenti domande:
“Vi siete sentiti “attraenti” per gli altri o rifiutati?”
“Vi siete sentiti liberi di esprimere i vostri desideri?”
“Pensate di poter lavorare bene nel vostro nuovo gruppo?”
Questa tecnica di formazione dei piccoli gruppi di lavoro è molto efficace dal momento che dà centralità alle valutazioni e ai bisogni delle singole persone e ciò gioverà a vantaggio delle attività in cooperazione.
A cura di Giovanni Amoroso ispirato a K. W. Vopel
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Ciao, sono Giovanni Amoroso, spero che questo articolo ti sia piaciuto.
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